Torino

Torino da visitare - Piazze


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Uno scorcio di Piazza Castello © Mauro Piumatti Vista panoramica di Piazza Castello. Da sinistra Palazzo Reale con la cancellata, sulla destra Palazzo Madama © Mauro PiumattiPiazza Castello
E’ "il centro" della città, per secoli il riferimento del potere politico e militare. Racchiude monumenti e ricchezze di rilevanza eccezionale: Palazzo Reale; palazzo Madama, cioè il “castello” da cui il nome della piazza, e la sua evoluzione dall’epoca romana a quella sabauda e oltre, a splendido contenitore di tesori della storia cittadina; il Teatro Regio, la chiesa di San Lorenzo, Palazzo Chiablese, la Biblioteca Reale e i tesori di Leonardo, e l’Armeria Reale confezionata nella splendida Galleria del Beaumont.
Nei prossimi anni vedrà la luce, con partenza dai locali di Palazzo Chiablese, il “polo reale”, un percorso museale di alcuni Km, che vedrà una gestione centralizzata di tutti i tesori di proprietà del Ministero dei Beni Culturali nella zona del palazzo reale.
Intorno a Palazzo Madama trovano luogo tre importanti monumenti: davanti all’ingresso, rivolto verso l’inizio di Via Garibaldi, l’Alfiere dell’esercito sardo di Vincenzo Vela, inaugurato l’11 Aprile 1859, dono dei milanesi alla città di Torino; sul retro del Castello, in direzione di Via Po, il gigantesco blocco monumentale in onore del duca d’Aosta Emanuele Filiberto, ad opera di Eugenio Baroni (1937). Sul lato destro di Palazzo Madama, rivolto verso Via Accademia delle Scienze, il monumento dedicato al Cavaliere d’Italia, di Pietro Canonica, del 1923.
Piazza Castello è stata la  “Medals' Plaza” durante il periodo olimpico e paralimpico (febbraio-marzo 2006),ospitando con una formula innovativa per le Olimpiadi 55 delle 84 cerimonie di premiazioni degli atleti,15 concerti durante le olimpiadi, Piazza Castello ai tempi di Medals' Plaza durante le Olimpiadi del 2006 © Mauro Piumatti5 concerti durante le paralimpiadi e la cerimonia di chiusura della paralimpiadi.
Nata dal progetto di Italo Rota, la Medals Plazarappresentava il palco più grande mai costruito in Europa: oltre 700 metri quadrati di struttura, con una parte centrale rotante per consentire avvicendamenti rapidi tra cerimonie e spettacoli.
Al numero civico 161 della piazza, all’angolo con Via Garibaldi, la struttura informativa dell'Azienda Turistica Locale, Turismo Torino.

 

Veduta di Piazza San Carlo con le chiese di San Carlo e Santa Cristina - Photo courtesy Gianluca Garelli www.fotogian.comPiazza San Carlo
Dal progetto di Carlo di Castellamonte è nata (1640-1650) quella che è considerata il “salotto” di Torino; quella che in origine era la piazza reale, poi piazza d’armi, e finalmente Piazza San Carlo, dal nome della chiesa dedicata a San Carlo Borromeo che, insieme a quella “gemella” intitolata a Santa Cristina, disegna l’ingresso per chi arriva su via Roma da Piazza Carlo Felice.
Dal 2006 la piazza è tornata ad essere luogo di incontro e vita cittadina, dopo la pedonalizzazione raggiunta a fronte dei lavori durati due anni che hanno consegnato un parcheggio sotterraneo e tolto definitivamente il traffico in superficie. Al centro della piazza il simbolo per antonomasiaVista panoramica di Piazza San Carlo con al centro il Caval 'd Brons © Mauro Piumatti, il monumento equestre al granduca Emanuele Filiberto (quello dello spostamento della capitale del ducato da Chambery e Torino nel 1563) adopera di Carlo Marocchetti, autore del gruppo equestre a Carlo Alberto nella piazza omonima.
La piazza è interamente porticata, e lungo il suo perimetro trovano posto locali storici e palazzi come Veduta notturna di Piazza San Carlo con al centro il Caval 'd Brons © Mauro Piumattiquello di Turinetti di Pervengo, sede della banca Intesa SanPaolo, o il Palazzo Solaro del Borgo, sede prima dell’Accademia Filarmonica e poi sede della Società del Whist, tempio dell’aristocrazia sabauda.
La piazza è stata anche scenario dell’eccidio (52 morti e 159 feriti) perpetrato ai danni dei manifestanti nei giorni 21/22 Settembre 1864 a fronte dell’improvviso ed inatteso decreto che spostava la capitale da Torino a Firenze.

 

Uno scorcio di Piazza Carlo Felice © Mauro PiumattiPiazza Carlo Felice
Il nome si riferisce al re di Sardegna Carlo Felice (Torino 1765-1831). E’una piazza elegante, porticata su tre lati, realizzata nel 1861 dall’architetto francese Pierre Barillet-Deschampes, con al centro il giardino Sambuy, ed è il biglietto da visita della città per chi arriva alla stazione ferroviaria di Porta Nuova; progettata e costruita tra il 1861 e il 1868 dall’ingegnere Carlo Mazzucchetti, ristrutturata tra il 1948 e il 1955 … e dal 2005 a data da destinarsi!  L’imponente facciata è rimasta fortunatamente intatta nella sua versione originale.
Il nome di “Porta Nuova” deriva da una struttura provvisoria fatta erigere dal duca Carlo Emanuele I per l’ingresso solenne di Maria Cristina di Francia nel 1620 come sposa del principe ereditario Vittorio Amedeo I. Poi sostituita da una struttura più resistente, la porta ad arco era situata presso il centro dell’attuale Piazza, in corrispondenza della fontana, all’inizio del rettilineo che, passando attraverso Piazza San Carlo, arriva direttamente al Palazzo Reale. La struttura venne purtroppo demolita durante l’occupazione francese.  Il giardino ospita piante rare, oltre alle statue statue dedicate a Edmondo De Amicis, Massimo d’Azeglio e Ernesto di Sambuy (sindaco di Torino tra il 1883 e il 1886).
Sulla piazza si affaccia l'albergo Roma, dove nel 1950 Cesare Pavese si tolse la vita.


Piazza Carignano con l'omonimo palazzo sulla destra © Mauro Piumatti Scorcio notturno di Piazza Carignano con la famosa gelateria Pepino © Mauro PiumattiPiazza Carignano
Uno degli scorci più belli della città, ospita elementi importantissimi della storia di Torino, e non solo. Il Palazzo Carignano, che con Palazzo Madama e Palazzo Reale costituisce la “triade” di edifici storici più importanti della città. Opera di Guarino Guarini, iniziata nel 1679, su un’area adibita a scuderia dal principe Tommaso, padre di Emanuele Filiberto, capostipite del ramo Savoia-Carignano; la struttura fu sede del Parlamento subalpino e della Camera dei deputati la maggior parte del palazzo ospita il Museo Nazionale del Risorgimento, attualmente in fase di completa ristrutturazione e riallestimento in vista delle celebrazioni del 2011 per i 150 anni dell’unità nazionale. Insieme al museo “centrale” di Roma, al Vittoriano, è senza dubbio la raccolta e la esposizione più importante degli avvenimenti che dal 1706 (assedio di Torino) portano al Risorgimento italiano e all’unità nazionale.
Al centro della piazza troviamo il monumento a Vincenzo Gioberti (Torino 1801-Parigi 1852), politico e filosofo italiano, primo Presidente della Camera dei Deputati del Regno di Sardegna, figura di spicco del Risorgimento italiano, L’opera, di Giovanni Albertoni, è del 1859.
Di fronte al Palazzo Carignano c’è il teatro omonimo, risalente alla  fine del XVII secolo. Era il teatro dedicato alla commedia, frequentato per lo più dalla nobiltà cittadina. Nel 1752 fu ricostruito da Benedetto Alfieri; di proprietà della città, oggi fa parte del Teatro Stabile di Torino. Recenti lavori di ristrutturazione, conclusi all’inizio del 2009, hanno ripristinato tra l’altro, gli ingressi originari, e i locali dell’antica birreria sotterranea, divenuta foyer della struttura.
Se la facciata è poco appariscente, l’interno è assolutamente imperdibile.
Di fianco al Teatro trova luogo il Ristorante del Cambio, inserito nell’elenco ufficiale dei locali storici di Italia, inaugurato nel 1757. Nella sala più ampia è conservato il tavolo dove sedeva abitualmente il Conte Camillo Benso di Cavour, suo più fedele e insigne frequentatore. Lo storico ristorante fu infatti il punto d’incontro dei più grandi nomi della politica, dell’aristocrazia e della cultura subalpina e del Regno.
Uno dei lati della piazza, quello di Via Maria Vittoria, da l’assaggio di uno dei musei più conosciuti di Torino, il Museo Egizio.


Piazza Carlo Alberto con la Biblioteca Nazionale © Mauro Piumatti La facciata di Palazzo Carignano su Piazza Carlo Alberto illuminata dalle Luci d’Artista © Fabrizio AmortPiazza Carlo Alberto
Splendida piazza, totalmente pedonalizzata, prende il nome dal re Carlo Alberto (Torino 1798-Oporto 1849), promulgatore dello statuto omonimo nel 1848. E’ricordato nel monumento equestre opera di Carlo Marocchetti (1861), lo stesso autore del Caval’d Brons in Piazza San Carlo.
La piazza si trova nell’area originariamente occupata dal giardino del palazzo Carignano. Sul fondo del giardino trova luogo la Bibliotea universitaria nazionale, una delle più importanti biblioteche italiane, con l’imponente facciata opera dell’architetto Filippo Castelli (1790), originariamente ingresso delle scuderie dei principi di Carignano.
L’ampliamento del Palazzo Carignano (1864-1871) costituisce l’occasione per la costruzione della facciata ottocentesca del palazzo, in stile eclettico, in pietra bianca e stucco rosa.
Dalla piazza si passa in Piazza Castello attraverso la splendida Galleria Subalpina (1874), situata nel punto dove  si trovava il Ministero delle Finanze. Ad opera dell’architetto Pietro Carrera, è un mix di elementi rinascimentali e barocchi. Deve il nome alla Banca Industriale Subalpina che si assunse l’onere della sua costruzione.
Sull’altro lato della piazza, sulla via Principe Amedeo si affacciano le finestre di Palazzo Campana, dal nome di “battaglia” del caduto cui era intitolata la formazione partigiana che occupò l'edificio il 28 aprile 1945, il marchese Felice Cordero di Pamparato. L’edificio è però ben più antico, facendo parte di un vasto complesso risalente al 1675.

 

Piazza Vittorio e la collina viste dalla Mole Antonelliana - Photo courtesy Wikipedia Piazza Vittorio vista dalla Chiesa della Gran Madre di Dio © Mauro PiumattiPiazza Vittorio Veneto
Così vicina al “centro” storico identificato da Piazza Castello, a cui è collegata da via Po, la piazza in realtà è relativamente recente, essendo stata disegnata e realizzata tra i 1825 ed il 1830, su progetto dell’architetto Giuseppe Frizzi.

Precedentemente, dalla cosiddetta “porta di Po”, si accedeva ad una piazza alberata in discesa fino al fiume Po. Venne quindi realizzata la piazza, porticata, che misura oltre 35.000 mq, e che vede un dislivello totale di oltre 7 metri, quasi invisibili grazie alle scelte architettoniche di Frizzi.
Il colpo d’occhio arrivando da via Po è davvero notevole, aprendosi la vista sulla collina e sul fiume, attraversato dal ponte monumentale, lungo 150 metri, a 5 archi, inaugurato nel 1814; al di la del fiume Piazza Gran Madre di Dio con la famosa chiesa omonima.

Una curiosità: la Piazza, comunemente chiamata “Piazza Vittorio”, era dedicata inizialmente al re Vittorio Emanuele I.
Piazza Vittorio vista dalla cima della scalinata della Chiesa della Gran Madre di Dio © Mauro PiumattiDopo il 1919 prese il nome di Vittorio Veneto, in ricordo della località legata all’importante battaglia nella prima guerra mondiale.


La piazza, recentemente pedonalizzata quasi interamente, è una meta obbligata per la vita cittadina (numerose le manifestazioni che hanno trovato ospitalità nel corso degli anni) e per la movida notturna, essendo la porta d’accesso al Lungo Po e ai Murazzi.


 

Piazza Palazzo di Città addobbata con le Luci d'Autore © Fabrizio Amort Piazza Palazzo di Città addobbata con le Luci d’Autore © LurePiazza Palazzo di Città
All’incrocio tra Via Palazzo di Città e Via Milano, è senza dubbio una delle piazze più celebri della città.

Antica “piazza delle erbe”, in passato chiamata “Borsa dij busiard” (la “borsa dei bugiardi”), a scelta se riferirla ai mercanti o ai rappresentanti della città, che si riunivano nel “palazzo di città” appunto, sede ancora oggi del Palazzo Municipale.

La piazza ebbe una sistemazione importante a metà del Settecento a cura del conte Benedetto Alfieri.  Al centro della Piazza, nel 1853, venne eretto il monumento al Conte Verde (Amedeo VI di Savoia), ad opera di Pelagio Pelagi, il costruttore, tra le altre opere, della cancellata monumentale di fronte al Palazzo Reale.

Quasi contigua, la Piazza Corpus Domini, lungo il tratto di Via Palazzo di Città che porta a Piazza Castello.






 



Piazza Carlo Emanuele II addobbata con le Luci d'Autore © Fabrizio Amort Il monumento a Cavour in Piazza Carlo Emanuele II © Mauro PiumattiPiazza Carlo Emanuele II
La piazza ha il nome del duca (Torino 1635-1675) figlio di Vittorio Amedeo I e Cristina di Francia, la prima Madama Reale, figlia di Enrico IV. Tuttavia la maggior parte dei torinesi conosce questa piazza di circa 15.000 mq con il nome di Piazza Carlina, dal nomignolo che il popolo affibbiò all’esponente del casato Savoia per i suoi modi effeminati.
La realizzazione della piazza risale al 1674, su progetto di Amedeo di Castellamonte. Era previsto inizialmente uno spazio “ottangolare”, su cui dovevano affacciarsi altrettanti isolati per palazzi nobili. Il fallimento del progetto immobiliare portò ad una soluzione quadrangolare destinata poi, in base ad un editto del 1678, a sede del mercato del vino.
Sul lato sud sorge la chiesa di Santa Croce, edificata su disegno di Juvarra con campanile in stile orientale e facciata tardo-ottocentesca;  al centro il monumento a Camillo Benso conte di Cavour (Giovanni Duprè - 1872) che ha in mano un cartiglio con incisa la celebre frase “Libera chiesa in libero stato”.
Sulla piazza si affacciano anche il palazzo Roero di Guarente, con facciata dello Juvarra, l’ex Collegio delle Province, ora Caserma dei Carabinieri, progettato da Vittone, e la casa (ex Regio albergo di Virtù) nella quale abitò, tra il 1919 e il 1921, Antonio Gramsci, allora segretario della sezione socialista di Torino. Sulla piazza e successivamente in un isolato adiacente inoltre ha trovato luogo il ghetto ebraico nel XVIII secolo. Diversi i locali che oggi si affacciano sull’area della piazza.

 

Uno scorcio di Piazza CLN con la fontana raffigurante il fiume Dora in primo piano © Livio Bonino http://liviobonino.blogspot.comPiazza CLN
La piazza, in realtà uno spazio limitato lungo via Roma all’ingresso di Piazza San Carlo dalla parte e alle spalle delle due Chiese di Santa Cristina e San Carlo, porta il nome del Comitato di Liberazione Nazionale, una associazione di partiti e movimenti che contribuì alla caduta del Fascismo in Italia.

Risaltano le due grandi fontane marmoree raffiguranti il Po e la Dora, che sono i due fiumi sulle cui sponde ha gravitato la città.

Lo stile della piazza risente fortemente dei lavori e del periodo (1933-1937) in cui venne totalmente ricostruita via Roma, ed è certamente “aliena” agli spazi che pochi metri dopo si presentano ai visitatori, ad iniziare dalla settecentesca Piazza San Carlo.

La piazza è rimasta immortalata nel capolavoro del regista Dario Argento “Profondo Rosso”

 

 



Piazza Statuto con il monumento dedicato al traforo del Frejus © Mauro Piumatti Vista notturna di Piazza Statuto con il monumento dedicato al traforo del Frejus © Fabrizio AmortPiazza Statuto
La piazza è dedicata alla legge promulgata il 4 Marzo 1848 dal re Carlo Alberto. Nonostante le distruzioni subite dalla città durante il terribile bombardamento del 20 Novembre 1942, rimase pressochè intatta.

Inaugurata nel 1864, si estende per 35.000 mq, con un giardino centrale e tre lati porticati, ed è il punto di arrivo di via Garibaldi, famosa via commerciale pedonale, che la collega con un percorso di oltre un km alla centrale Piazza Castello, con vista diretta su Palazzo Madama.Vista notturna del monumento dedicato al traforo del Frejus in Piazza Statuto © Fabrizio Amort
La piazza è dominata dal monumento dedicato all’inaugurazione del traforo ferroviario del Frejus, aperto nel 1871, e alle 30 vittime dei lavori che impegnarono 4000 operai per 9 anni.


Il monumento, inaugurato nel 1879, su disegno di Marcello Panissera di Veglia (presidente dell’Accademia albertina) ed eseguito proprio dagli allievi della scuola.

In cima ad una piramide di sassi la figura alata, fusa in bronzo nell’arsenale di Torino, rappresentante il Genio della Scienza, ed incise sul granito i nomi dei tre progettisti /artefici del tunnel : Severino Grattoni, Germano Sommeiller e Sebastiano Grandis.

Le statue in marmo bianco rappresentano i Titani sconfitti. Una pietra miliare posta in basso a destra a cura del Comune di Torino nel 1971, ricorda la figura del primo teorizzatore del Traforo, Giuseppe Médail.

Un altro interessante monumento, al centro del giardinetto verso via Cibrario, è “l’obelisco Beccaria”, che ricorda i lavori di misurazione, a cura del  fisico Giovanni Battista Beccaria, della lunghezza di un grado di arco meridiano in Piemonte (1760-1774).








Notturno della Fontana Angelica in Piazza Solferino © Fabrizio AmortPiazza Solferino
Il nome di questa piazza ampia e suggestiva è legato al luogo in cui i francesi di Napoleone III sconfissero gli austriaci nel 1859 durante la seconda guerra di indipendenza. Anticamente la piazza ospitava il mercato della legna. Oggi è ornata di giardini e monumenti, il più prestigioso dei quali è quello che raffigura Ferdinando Duca di Genova durante la battaglia di Bicocca nel 1849. Uno dei tanti e sicuramente uno dei migliori monumenti equestri (presenti in grande quantità) di Torino.
Ma l’opera più prestigiosa è senza dubbio la monumentale fontana Angelica, opera dello scultore Giovanni Riva nel 1930, fatta costruire dal ministro Paolo Bajnotti in onore della madre, Angelica Cugiani.
Elemento importante della piazza è lo storico Teatro Alfieri, inaugurato nel 1858, più volte distrutto e ricostruito durante la seconda guerra mondiale. Tra i palazzi di rilievo, quello delle Assicurazioni Generali, sormontato dal leone alato di San Maro, e il Palazzo Ceriana.
Per le Olimpiadi invernali del 2006, la piazza è diventata punto di riferimento per la promozione dell’evento e del territorio, con la costruzione delle due strutture di “Atrium”, chiamati  “gianduiotti” per la forma che ricorda molto da vicino quella del famoso prodotto torinese. Le due strutture gemelle, una dedicata alla informazione sulle importanti trasformazioni in corso nella città negli ultimi 10 anni, e l’altra alla promozione dell’evento olimpico, nascono da un progetto di Giorgetto Giugiaro come strutture temporanee. Utilizzate fino al 2008, per Torino World Design Capital, oggi sono chiuse in attesa di un loro definitivo spostamento.

 

Vista dall'alto di Piazza Savoia © Pietro Contegiacomo http://www.panoramio.com/photo/20919042Piazza Savoia
Vicino al santuario della Consolata, alla confluenza di Via del Carmine e Via Corte d’appello, la piazza che vede al centro il grande obelisco in memoria della legge Siccardi che, nel 1850, abolì il tribunale (foro) ecclesiastico. Inciso sull’obelisco, dal progetto di  Luigi Quarenghi, terminato nel 1853, il motto “La legge è uguale per tutti”  e l’elenco dei nomi dei comuni che sponsorizzarono la sua costruzione.
Da notare che la piazza non ha subito cambiamento di nome con l’avvento della Repubblica perché non è dedicata alla casata reale, bensì all’omonima regione francese.  Precedentemente era chiamata piazza Paesana, dal nome del Palazzo omonimo, ed ancor prima piazza Susina, a causa della “porta” susina (una delle quattro porte del villaggio romano) situata nel vicino incrocio delle vie Garibaldi e Consolata. Nel “castello” costituito dalle due torri e da un corpo intermedio, abitarono i marchesi Arduinici, ospitando la contessa Adelaide, moglie di Oddone di Savoia, figlio di Umberto di Biancamano, il capostipite della casata più longeva d’Europa.

 

Uno scorcio di Piazza della Consolata - Photo courtesy Tutto Città Uno scorcio di Piazza della Consolata con l’omonima chiesa sulla sinistra © Mauro PiumattiPiazza della Consolata
E’ una piazzetta antica, poco più di un allargamento della via omonima, che prende il nome dal santuario intitolato originariamente a Sant’Andrea. La storia del Santuario della Consolata è legata a due episodi importanti che vengono raccontati in due testi appartenenti rispettivamente all’XI e al XIII secolo: il Chronicon Novalicense e la Cronaca di Fruttuaria. L’attuale aspetto della chiesa è il risultato di tre grandi fasi di ricostruzione e ampliamento succedutesi in un arco di tempo che va dall’ultimo quarto del Seicento (Guarino Guarini : 1678-1704), attraverso il Settecento ( Filippo Juvarra: 1729-1740) fino agli inizi del XX secolo (Carlo Ceppi e Antonio Vandone di Cortemilia 1899-1904).
La Piazza è famosa inoltre per ospitare quello che probabilmente è il più storico, piccolo e caratteristico, locale torinese: “Al Bicerin”. In pochissimi metri quadrati di legni, vetri, dolci e vecchie atmosfere si degusta la versione originale di una delle maggiori ghiottonerie cittadine: il “bicerin”, appunto.
Non distante, in Via della Consolata 1 bis, c’è il Palazzo Saluzzo Paesana, realizzato da Gian Giacomo Plantery, fra il 1715 ed il 1722, su committenza del senatore Baldassarre Saluzzo di Paesana.
Costato l'enorme cifra di 300.000 lire, è forse il più vasto e articolato palazzo nobiliare torinese.
Alle spalle del Santuario l’accesso ai vicoli che introducono al “Quadrilatero Romano”, una delle aree più rinomate e consigliate per la ristorazione e la movida notturna cittadina.


Suggestivo notturno di Piazza della Repubblica © Marco Bramato http://www.panoramio.com/photo/2183398Piazza della Repubblica
Una volta si chiamava Piazza Emanuele Filiberto (e ancor prima Piazza Vittoria), che poi si è “ristretta” ed ha preso il posto della ex Piazza Giulio. Ma è per tutti Porta Palazzo o “Porta Pila”. E’una grande piazza ottogonale che originariamente doveva diventare una grande piazza d’armi ma che nel corso dei secoli, e definitivamente nel corso del XIX, diventa luogo dedicato al commercio; 51.000 Mq (oltre alle vie adiacenti) ne fanno il più grande mercato all’aperto d’Europa, con circa 1000 banchi mobili per la vendita di prodotti alimentari, ittici, ortofrutticoli e di abbigliamento. L’area è da sempre il simbolo e il segno tangibile delle diverse ondate migratorie, da quelle del Nord-est italiano, a quelle del sud  e ultimamente dagli altri Paesi.
Oltre all’interesse per il mercato (e le sue “appendici”  di antiquariato del Balon), da segnalare la Galleria Umberto I, completamente ristrutturata, nell’area che per oltre tre secoli fu la prima sede dell’Ospedale Mauriziano. Dalla Piazza in pochi minuti si arriva nel centro storico, passando per la Porta Palatina e Piazza San Giovanni (Duomo), o per Piazza Palazzo di Città (Municipio), con un contrasto davvero sensazionale.



Piazza Cesare Augusto con la Torre Palatina © Mauro PiumattiPiazza Cesare Augusto
L’area che ospita i resti della Porta Palatina è la odierna Piazza Cesare Augusto. Negli ultimi anni l’area è stata oggetto di profondo rinnovamento, con la creazione di una delle sezioni di quello che diventerà il nuovo Parco Archeologico.
La piazza è quindi diventata un giardino, delimitato da opere murarie e filari di alberi.
Nella parte antistante corso Regina Margherita, inoltre, è stato innalzato un bastione simile a quello che Napoleone fece demolire nel 1800, destinato ad ospitare nottetempo i carretti del vicino mercato di Porta Palazzo.



Vista panoramica di Piazza San Giovanni con il Duomo © Mauro PiumattiPiazza San Giovanni
E’ la piazza su cui si affaccia il Duomo, l’unico elemento significativo di architettura rinascimentale rimasto in città, dovuta a Meo del Caprino (1498).  Accanto al Duomo si possono osservare i resti del Teatro Romano; si affacciano inoltre sulla piazza il Palazzo Reale con la sua Manica lunga, destinata ad ospitare la Galleria Sabauda, e Palazzo Chiablese. La piazza forma un tutt’uno con Piazza Cesare Augusto e la Porta Palatina. L’area è oggetto di forti restauri da anni, e costituirà una delle parti più importanti del “polo reale” in fase di costruzione.



Scorcio notturno di Piazza Emanuele Filiberto innevata © Paolo Bernardi www.torinoinsolita.itPiazza Emanuele Filiberto
Ex Piazza Giulio, prende il nome dal Duca Emanuele Filiberto di Savoia “Testa di ferro”, vincitore sui francesi nella battaglia di S.Quintino (1557) al comando delle truppe spagnole di Filippo II. Ma per Torino, e il suo futuro nei successivi tre secoli, famoso per aver spostato la capitale del ducato da Chambery nel 1562. Il suo ricordo più prestigioso è il Caval’d Brons in piazza San Carlo, mentre questa piazza, recentemente ristrutturata insieme alla zona del “quadrilatero”, è oggi meta abituale per la movida notturna. A pochi metri di distanza, il santuario della Consolata. Dalla piazza si accede ad un altro “mondo”: Piazza della Repubblica, cioè Porta Palazzo e il suo mercato.





Particolare del Palazzo con “piercing” in Piazzetta Corpus Domini © Livio Bonino http://liviobonino.blogspot.comPiazza Corpus Domini
La piazza (diciamo “piazzetta”) è stata creata all’inizio del Seicento perché potesse trovare luogo la Chiesa del Corpus Domini, su progetto del Vitozzi (Piazza Castello, Palazzo Reale, Villa della Regina), per ricordare un “miracolo” avvenuto il 6 giugno 1453. 
Una piccola curiosità più “profana”: al numero 19 di Via Palazzo di Città, nell’angolo del Palazzo in cui, nel lontano 1828, il Cottolengo fondò la Casa della Divina Provvidenza, si puo’osservare all’altezza dell’ultimo piano un piercing, ad opera nel 1996 da parte di un gruppo di architetti e designer torinesi



Veduta di Piazza Bodoni © Mauro PiumattiIl Conservatorio in Piazza Bodoni © Mauro PiumattiPiazza Bodoni
L’apertura della piazza risale al 1835. Pedonalizzata da pochi anni, è uno dei numerosi esempi di piazze torinesi che caratterizzano il centro cittadino.  Gian Battista Bodoni (Saluzzo 1740 – Parma 1813) fu tipografo ed incisore; disegnò numerosi caratteri di stampa, tra cui quelli che portano il suo nome. Il Conservatorio Giuseppe Verdi, inaugurato nel 1928 ad opera dell’architetto Giovanni Ricci, è senza dubbio l’edificio di maggior risalto nell’insieme della piazza; al centro trova posto il monumento equestre (1891) dedicato ad Alfonso LaMarmora, capo della spedizione in Crimea (1855), generale, ministro e presidente del consiglio (1864-1866). Dalla parte opposta del Conservatorio si trova una lapide che ricorda Giuseppe Pomba, fondatore della casa editrice Utet, morto nel palazzo nel 1876. In uno slargo laterale della piazza, all’incrocio tra le vie Andrea Doria, dei Mille e Pomba, si trova il monumento a Giuseppe Mazzini, inaugurata nel 1917.
La parte porticata della piazza e il prolungamento in via Pomba offrono una sequenza di 52 medaglioni rotondi che riportano il volto di personaggi illustri, in omaggio all’editore e ai soggetti che egli descrisse nelle sue opere.
E’ un posto tranquillo e piacevole, che offre dehors e, sovente, sottofondi musicali provenienti dal Conservatorio.


Piazzale Valdo Fusi ai tempi delle Olimpiadi con lo chalet di Casa Canada al centro © Mauro PiumattiPiazzale Valdo Fusi
La sorte, per questa piazza, vicino alla sequenza “Aiuola Balbo, Piazza Cavour, Piazza Maria Teresa” di tutt’altro stile, non è mai stata buonissima. Dopo anni di lavori lunghi e travagliati ha preso vita una soluzione molto criticata, accumunata ai vari “mostri” alieni al centro storico e ai suoi stili così ben definiti. La costruzione (peraltro utilissima) del parcheggio sotterraneo al posto del precedente parcheggio in superficie, ha visto soluzioni molto criticate per risolvere il dislivello esistente. L’area ha ospitato la “famosa” Casa Canada” durante le Olimpiadi del 2006 ed ora, oltre alla struttura di accesso pedonale al parcheggio, ha trovato residenza stabile il validissimo Centro Jazz di Torino. Intorno alla piazza, strutture quali la Camera di Commercio di Torino, il Dipartimento di Studi Antropologici dell’Università degli Studi di Torino, il Museo delle Scienze Naturali, l’ex Borsa Valori di Torino. Una recente proposta di trasformazione e utilizzo del piazzale potrebbe presto far nascere una vera e propria “skate-plaza” dedicata agli appassionati di skateboard.


Uno scorcio di Piazza Cavour © Francesco Di Vita www.panoramio.com/photo/16212158Piazza Cavour
La piazza, dedicata allo statista piemontese, è un perfetto esempio dell’edilizia signorile della Torino ottocentesca. L’area verde della piazza ospita la Chiesa di San Michele, di rito bizantino, con l’annesso fabbricato, eretta tra il 1748 ed il 1788. Nella piazza si trova il monumento al generale e poi ministro torinese Carlo Nicolis di Robilant (1900). Adiacente, un altro angolo caratteristico della Torino ottocentesca: Piazza Maria Teresa, e l’accesso all’aiuola Balbo. Le tre aree sono il risultato della frammentazione dell’originario Giardino dei ripari, nato durante la Restaurazione a fronte della demolizione delle mura di difesa cittadine.




Vista panoramica dell'Aiuola Balbo © Mauro PiumattiAiuola Balbo
La sua origine è la stessa delle piazze Cavour e Maria Teresa, derivando dalla frammentazione del Giardino dei ripari del primo ottocento (1834-1837). A differenza delle sue “cugine”, il giardino è realizzato su un terrapieno, delimitato da un muro che lo isola e lo solleva rispetto alle vie che lo delimitano. Il progetto è dell’ingegner Pecco (1873). Sono state ricollocate la statue dedicate a Cesare Balbo, Eusebio Bava e Daniele Manin, precedentemente situate nel giardino originario, ed è stata in seguito prevista inserita la bella fontana centrale. Il monumento a Lajos Kossuth, presidente ungherese in seguito esule a Torino per 35 anni (1859-1894) a causa del ritorno delle truppe austriache, è sul margine esterno dell’Aiuola Balbo, nell’angolo compreso tra via Accademia Albertina e via dei Mille, di fronte alla casa dove visse e sulla cui facciata è apposta una targa a ricordo del suo soggiorno torinese. L’Aiuola ospita complessivamente sei monumenti dedicati a patrioti attivi nei moti per l’indipendenza degli stati europei.


Monumento a Guglielmo Pepe in piazza Maria Teresa © Città di TorinoPiazza Maria Teresa
Una delle (tante) belle piazze torinesi  che ricorda la contiguità storica e geografica con la vicina Francia, ed ovviamente a Parigi.

Un tempo zona preferita dall’aristocrazia cittadina, è dedicata alla regina di Sardegna (1801-1855) moglie di re Carlo Alberto. Aperta nel secondo quarto del XIX secolo, dalla frammentazione del “giardino dei ripari”, che ha generato anche Piazza Cavour e l’AiuolaBalbo, ha una impronta neoclassica, e ospita (in un angolo un po’appartato) il monumento a Guglielmo Pepe (1858).

Da citare il complesso del convento e la chiesa delle suore Sacramentine e  il palazzo Stallo.
Dalla piazza si arriva in pochi minuti, tramite Via della Rocca, in Piazza Vittorio, o si passa quasi direttamente ad un altro angolo tipicamente torinese: Piazza Cavour.





Vista dall'alto della Chiesa della Gran Madre di Dio e della omonima Piazza © Antonino Del Popolo http://www.panoramio.com/photo/4959816Piazza Gran Madre di Dio
Luogo estremamente suggestivo, sulla sponda collinare del fiume Po, in fronte alla grande Piazza Vittorio e ad essa collegata tramite il monumentale Ponte Vittorio Emanuele I. La chiesa della Gran Madre di Dio, che domina la piazza, fu costruita per festeggiare il ritorno del re Vittorio Emanuele I di Savoia il 20 maggio 1814 dopo la sconfitta di Napoleone. E’ un punto di partenza ideale per un percorso di visita delle zone collinari della città e di mete “obbligate” quali il monte dei Cappuccini (e Museo Nazionale della Montagna), e la Villa della Regina, recentemente ristrutturata dopo anni di incuria e vandalismo,  dopo un importante progetto decennale di riqualificazione.


Vista panoramica della Piazza Olimpica con il Palaisozaki sulla sx e lo stadio sulla dx © Mauro Piumatti Vista panoramica della Piazza Olimpica con il Palaisozaki sulla destra © Mauro Piumatti Le sculture dell’artista britannico Tony Cragg “Punti di vista” © Mauro PiumattiPiazza Olimpica
Il completo ridisegno dell’area antistante lo Stadio Comunale, ora Stadio Olimpico dopo le Olimpiadi invernali del 2006, con la costruzione del Palasport Olimpico e la chiusura e pedonalizzazione del tratto di corso Sebastopoli, creando un continuum con la Piazza d’Armi, ha originato quella che viene chiamata Piazza Olimpica.

E’stata negli ultimi anni teatro di grandi eventi sportivi, ma non solo, e costituisce senza dubbio uno dei segni tangibili di forti trasformazioni cittadine attuate negli ultimi 10 anni.

Sul tratto vicino a Corso Agnelli sono state posizionate alla fine del 2005, proprio in occasione delle imminenti Olimpiadi, le sculture dell’artista britannico Tony Cragg “Punti di vista”.

 

 

 





 


Desideriamo ringraziare il nostro socio Mauro Piumatti per la preziosa collaborazione fornita nella raccolta dei testi e delle fotografie che compaiono in questa pagina.

Riferimenti:

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