Torino

Storia di Torino

Breve storia di Torino

Resti della Porta Palatina dell'antica Augusta Taurinorum - Foto courtesy Wikipedia La fondazione: i Taurini e i Romani
Torino fu fondata attorno al III secolo a.C.: in quel tempo, i Taurini, una tribù celto - ligure, divennero stanziali dando origine ad un insediamento stabile. Sotto la dominazione di Roma, la città fu ricostruita con isolati e struttura a pianta quadrata, il classico impianto ortogonale delle colonie romane, prese il nome di Augusta Taurinorum e divenne un importante avamposto sulla strada delle Gallie.
Con la caduta dell'Impero Romano, i barbari invasero e devastarono la città a più ondate sino all'arrivo dei Longobardi, alla cui dominazione fece seguito un periodo di pace. Seguì la dominazione dei Franchi ed in quel tempo si diffuse in città il cristianesimo.

Torino visse come libero Comune guidata dal suo Vescovo, allora massima autorità cittadina. A seguire, nei conflitti tra Impero e Papato, che videro coinvolti Federico il Barbarossa e gli Ottoni, Torino appoggiò di volta in volta chi le poteva assicurare l'indipendenza dal crescente potere dei Savoia e dall'egemonia della ricca Asti.

I Savoia
Stemma dei Savoia Emanuele Filiberto di Savoia - Foto courtesy Wikipedia L'Imperatore Federico II, nel 1280, concesse Torino in feudo ai Savoia che nel frattempo erano entrati in scena nel gran gioco di lotte e di alleanze intorno alla città. Da allora, la vita di Torino sarà sempre legata alla storia della dinastia sabauda, una delle più antiche d’Europa, ed a partire dalla seconda metà dell’800, anche ai destini dell’Italia.
Il XV secolo recò l'unificazione politica delle terre dei Savoia e Torino divenne sede di corte. Nel 1404 i Savoia fondarono l'Università e nel corso del secolo scelsero la città come centro amministrativo ed economico dei loro domini italiani, in affiancamento a Chambery capitale storica dei loro possedimenti.

Nel 1563, il duca Emanuele Filiberto unificò tutte le funzioni di capitale a Torino.
Il trattato di Chateau - Cambresis aveva posto fine alla guerra tra Francia e Spagna: Torino, al di qua delle Alpi, era meno esposta di Chambery agli attacchi della Francia, ed era più adatta al progetto di Emanuele Filiberto di spostare in Piemonte gli interessi della dinastia. Torino era diventata capitale di uno dei più ambiziosi stati assoluti italiani: il veloce sviluppo che ne seguì, indirizzato dalle esigenze dei Savoia, diede avvio ad un periodo molto fortunato che durò ben due secoli.

Se Emanuele Filiberto pose le fondamenta di Torino capitale, fu con il Regno di Carlo Emanuele I che presero il via le prime grandi trasformazioni urbane: il tracciamento della Via Nuova che corrispondeva all’attuale Via Roma, Il Ducato di Savoia nel 1450 - Foto courtesy Wikipediala nuova decorazione del Palazzo Reale, la realizzazione delle splendide Regge di Mirafiori, di Regio Parco, del castello del Valentino e la Villa della Regina, già Vigna del Cardinal Maurizio.
Nel 1659 iniziarono i lavori per la costruzione della Reggia di Venaria Reale che, dicevano i Torinesi dell’epoca, era invidiata dai Francesi: come le altre regge ai tempi poste a contorno della Città, fu spesso devastata nelle numerose guerre a seguire.

L'ampliamento della città e l'assedio del 1706
Carlo Emanuele II, a partire dal 1663, avviò il secondo ampliamento della città, verso il Po e la collina, con l’apertura dell'odierna via Po. Guarino Guarini firmò come prima opera la magnifica Cappella della Sindone, ed a seguire il Collegio dei Nobili (attuale sede del Museo Egizio), il Palazzo dei Savoia - Carignano (sede del primo Parlamento italiano) e la chiesa di S. Lorenzo con la sua raffinata cupola.

Pietro Micca dà fuoco alle polveri e salva Torino Parata commemorativa della liberazione dall'assedio del 1706 All’inizio del XVIII secolo, Torino fu più volte uno degli obbiettivi dall'esercito francese che, nell’ambito della guerra di successione spagnola, non mancava di scorazzare anche nelle terre dei Savoia. Nel 1705 i Francesi rinunciarono all'assedio per mancanza di rinforzi, ma l'anno successivo, Torino fu circondata e tenuta sotto scacco per 117 giorni. La allora modernissima cittadella dell’Architetto Bertola, dotata delle note gallerie di contromina già previste dal Duca Emanuele Filiberto detto Testa di Ferro, resistette eroicamente, anche grazie al sacrificio di uomini quali Pietro Micca, che offrì la sua vita per fermare le truppe nemiche che si stavano già infiltrando nei cunicoli. Le forze austro-piemontesi capitanate da Vittorio Amedeo II di Savoia e suo cugino il Principe Eugenio scacciarono definitivamente l’invasore.

Il Trattato di Utrecht del 1713, elevò il Ducato al rango di Regno e sancì per i Savoia anche il dominio della Sicilia che pochi mesi dopo fu oggetto di scambio con la più vicina Sardegna: nasceva così il Regno di Sardegna futuro protagonista nelle vicende che portarono all’Unità d'Italia. La oramai capitale del Regno, per volere di Vittorio Amedeo di Savoia, fu rimodellata secondo i progetti dell’architetto Filippo Juvarra, uno dei maestri del Barocco italiano. L'architetto di Messina firmò alcuni dei capolavori dell'architettura torinese: la nuova facciata di Palazzo Madama, i Quartieri Militari, la Basilica di Superga (fatta erigere dal re per ringraziare la Madonna per il voto fatto ed esaudito di salvare Torino durante l'assedio del 1706), le chiese di S. Filippo Neri e del Carmine, la splendida palazzina di caccia di Stupinigi, capolavoro unico del Barocco europeo, l’ampliamento dei Castelli di Moncalieri e Rivoli.

L'ottocento, il Risorgimento e l'Unità d'Italia
Nel 1800 le truppe napoleoniche irruppero a Torino. Durante l’occupazione, che durò 14 anni, fu demolita la cinta muraria ed i beni ecclesiastici furono requisiti. I Francesi abbatterono anche la galleria monumentale che, attraversando su porticati Piazza Castello, univa Palazzo Madama al Palazzo Reale attraverso le Segreterie di Stato, allora un complesso unico nel suo genere destinato al comando.
Torino divenne una delle 25 città capo luogo della Repubblica Francese nel 1802, quando il Piemonte fu annesso alla Francia: fu così adottato il modello di organizzazione politico-amministrativa.

Nel 1815, con il Congresso di Vienna, i Savoia rientrarono in possesso di Torino e del Piemonte. Vittorio Emanuele I si insediò e la città fu nuovamente capitale: in questa occasione i cittadini ed la Municipalità fecero edificare la chiesa della Gran Madre di Dio, ai piedi della collina, nella prospettiva ideale al fondo di via Po, per salutare il ritorno del re.
I tempi stavano però maturando: i primi sentori romantici, le aspirazioni ad un’Italia unita, i nascenti movimenti carbonari e mazziniani, stavano smuovendo proprio a Torino le prime arie del nascente Risorgimento italiano. Il primo Parlamento Italiano all'interno di Palazzo Carignano Alla morte di Carlo Felice, si estinse il ramo principale dei Savoia ed il trono passò al ramo cadetto dei Savoia - Carignano: divenne re Carlo Alberto, che in gioventù aveva nutrito le speranze di patrioti e liberali e che nel 1848 era stato ispiratore dello Statuto.
Nel 1849, salì al trono il figlio, Vittorio Emanuele II, e con lui prese avvio l’epoca risorgimentale che sarà coronata con l’Unità d’Italia.
Nel 1861 fu inaugurato a Torino il primo Parlamento italiano: la città, vestita a festa, accolse visitatori di ogni parte d'Italia, accorsi a celebrare la conquistata Unità d’Italia. Sugli scranni di Palazzo Carignano sedevano tutti i protagonisti che a vario titolo avevano fatto l’Unità d'Italia: da Giuseppe Garibaldi a Giuseppe Mazzini, da Alessandro Manzoni a Giuseppe Verdi, da Massimo d’Azeglio a Vincenzo Gioberti, e molti altri.

Nel 1860 venne fondata la Scuola di Applicazione per ingegneri che, agli inizi del XX secolo, si fuse poi con la Scuola Superiore del Museo Industriale (nata nel 1866) dando vita al prestigioso Politecnico di Torino.
Nel 1861 la principale attività industriale della città era ancora la lavorazione della seta che poteva contare su alcune centinaia di telai distribuiti tra una ventina di manifatture lungo il corso della Dora, tra queste la principale era la Regia Manifattura Privilegiata.
A fare da motore e vetrina allo sviluppo industriale furono le esposizioni che, nelle varie edizioni mostrarono nuove invenzioni e illustrarono la realtà produttiva piemontese: nel 1884 l'Esposizione Generale ebbe come punto focale il padiglione sull'elettricità, che stava allora muovendo i suoi primi passi dal punto di vista della tecnologia.

Il trasferimento della capitale e l'inizio della civiltà industriale
La mole Antonelliana in una foto della fine del XIX secolo Locandina per l'Esposizione di Torino del 1911Nel 1864 Alessandro Antonelli diede avvio ai lavori di costruzione della Mole Antonelliana che, inizialmente progettata per la comunità ebraica che intendeva edificare una nuova sinagoga, fu più volte rimaneggiata, fino a diventare, sul finire del secolo, la sede del Museo del Risorgimento (ora ospitato a Palazzo Carignano) nonché il simbolo stesso di Torino.
Nel 1864, in vista del definitivo trasferimento a Roma, la capitale del Regno d'Italia fu trasferita da Torino a Firenze. La notizia fu accolta dai torinesi come una grande privazione, i cittadini si riversarono per le strade a dimostrare ed i moti videro anche momenti drammatici: dopo quattro secoli Torino perdeva il suo status di capitale ed era costretta a costruirsi una nuova identità.
Perso il ruolo di capitale amministrativa, furono le esposizioni generali a fare da motore e vetrina al nascente sviluppo industriale che, nelle varie edizioni, misero in mostra le nuove invenzioni, le ultime scoperte e illustrarono la nuova realtà manifatturiera di Torino e del Piemonte. Le nuove costruzioni ornavano ora i grandi viali alberati che avevano preso il posto dei bastioni della demolita cinta difensiva. Negli isolati intorno agli incroci tra gli attuali corsi Re Umbero e Corso Galileo Ferraris con corso Vittorio Emanuele II sorsero tra il 1860 ed il 1870 vari edifici che ancora oggi possiamo ammirare.
Nel 1884, l’architetto Alfredo D’Andrade, nell’ambito dell'esposizione generale, edificò il Borgo Medioevale: una sorta di compendio dell'architettura medievale di Piemonte e Valle d'Aosta che ispirarono un’opera allora pensata come temporanea ma ancora oggi esistente e ammirata.
In quegli anni muoveva i primi passi anche l'industria automobilistica: la FIAT era figlia anche della tradizione del piccolo artigianato piemontese, ma con forti spinte innovative, grazie alle intuizioni di Giovanni Agnelli. Accanto alla FIAT nacquero anche la Lancia, l'Itala, la Diatto, la Chiribiri, la Cisitalia, la Viberti solo per ricordare alcuni marchi.
Torino divenne, alla fine dell’800, il primo centro italiano in cui si sviluppò il cinema. Qui furono infatti prodotti i primi film italiani e, nei primi vent'anni del ‘900, il cinema costituì un’industria di grande importanza.
Nel 1911, in occasione delle celebrazioni per i cinquanta anni dell'Unità d'Italia venne organizzata una nuova Esposizione Internazionale dedicata alla produzione industriale allestita, come già in altre occasioni, all’interno del Parco del Valentino. Alcuni padiglioni furono edificati in muratura, e vennero poi adibiti a sedi universitarie per la facoltà di medicina e per i corsi di laurea in chimica e fisica: ancora oggi, gli edifici che ospitano parte della Facoltà di Medicina prospicienti corso Massimo d'Azeglio sono sormontati da un curioso minareto poiché in quell’occasione ospitarono le esposizioni degli stati del Medio Oriente.

Gli anni tragici della Seconda Guerra Mondiale e le difficoltà del dopoguerra non hanno scalfito un passato così glorioso e nobile, rinverdito, dopo gli anni di crisi del modello economico industriale della fine del ‘900 con la riscoperta di una vocazione anche votata ai servizi ed al turismo.
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Nell’inverno del 2006 Torino è stata sede delle olimpiadi invernali, e questa data può essere presa come punto di rinascita della città: dopo anni di ritardo si inaugura anche la tanto attesa Linea 1 della Metropolitana di Torino.
Altre opere pubbliche come il "passante ferroviario" e i lavori per la nuova stazione ferroviaria di Torino Porta Susa, insieme ad altre grandi opere di riqualificazione che sono state compiute e continuano ad essere realizzate, intendono rendere l’antica capitale dei Savoia, dopo essere stata capitale d'Italia e dell'industria, anche capitale di un turismo in costante crescita.




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