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Gli aerei più belli: il Concorde

1982 - Il supersonico Concorde atterra per la prima volta a Torino © La StampaTerminate le spiegazioni fisiche che portano l'aereo a volare, parleremo d'ora in poi a mesi alterni di aerei e di aerolinee che hanno fatto la storia dell’aviazione.

Iniziamo con gli aerei e parliamo dell'esemplare più spettacolare: sua maestà il Concorde.
Lo sviluppo è iniziato negli anni Sessanta ed ha rappresentato una nuova era nella cooperazione europea tra la francese Aérospatiale e la britannica BAC.
Il primo volo fu nel 1969, precedendo di poco tempo il rivale russo Tupolev TU144. La produzione di serie ebbe inizio nel 1974 ed andò avanti più per la caparbietà dei rispettivi governi che per il portafoglio ordini: a causa della crisi petrolifera e dell'ostilità del governo americano il numero degli esemplari prodotti è stato limitato a sedici, decretandone l’insuccesso commerciale.

Una bella immagine di repertorio che ritrae il Concorde in volo © heritageconcorde.comLa rete iniziale dei collegamenti previsti (Tokyo, Sydney, Rio de Janeiro e Johannesburg) venne man mano ridotta fino alla sola destinazione di New York, operata da Parigi e Londra, con la particolarità - grazie al gioco dei fusi orari - di arrivare "prima della partenza" a destinazione volando verso ovest.

Il Concorde aveva un’apertura alare di 25,60 m con una superficie di 358,25 mq; era lungo 61,66 m per un’altezza di 12,20 m. Montava quattro motori RoolsRoyce/SNECMA Olympus 593 che gli consentivano una velocità massima superiore a Mach 2 a 16.100 metri di altezza. Il suo muso durante le fasi di atterraggio e di decollo si abbassava per permettere ai piloti di vedere la pista poiché, dal momento che le sue caratteristiche fisiche avrebbero impedito ai piloti di vedere la pista nelle fasi critiche del volo.

Un’immagine che mette malinconia: l’ ultimo volo del Concorde scortato dalle “Red Arrows”, le “Frecce Tricolori” della RAFIl Concorde ha smesso di volare nel 2003, a causa dei costi sempre maggiori dei carburanti e della difficoltà di rendere sostenibile un suo volo, soprattutto dopo la crisi del mercato dopo l'11 settembre 2001.
A ciò va aggiunto l'incidente del 2000 a Parigi a causa di un detrito lasciato in pista da un DC 10 della Continental Airlines da poco decollato. Il detrito forò una gomma nella parte sinistra del carrello principale. La gomma esplose e un suo frammento colpì il serbatoio del carburante, rompendo un cavo elettrico. L'impatto provocò un'onda d'urto che fece saltare il tappo del serbatoio dell'ala sinistra. Di conseguenza si verificò una perdita di carburante, che si incendiò quando entrò in contatto con i cavi elettrici tagliati. I piloti spensero il propulsore numero 2 a seguito di un allarme incendio ma non riuscirono a ritrarre il carrello d'atterraggio, compromettendo il decollo; decollo resosi ormai inevitabile, dato che l'incendio fu notato, dalla torre di controllo, quando mancavano circa 2000 metri alla fine della pista, mentre per fermare il Concorde, sono indispensabili non meno di 3000 metri. Con il propulsore numero 1 sovraccarico e in grado di fornire poca potenza, l'aereo non riuscì a salire di quota e raggiungere una velocità sufficiente. Il Concorde iniziò una violenta discesa, virando a sinistra. Infine si schiantò contro un albergo a fondo pista, determinando la morte di tutti i passeggeri.