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Gli aerei più belli: il Concorde
Terminate le spiegazioni fisiche che portano l'aereo a volare, parleremo d'ora in poi a mesi alterni di aerei e di aerolinee che hanno fatto la storia dell’aviazione.
Iniziamo con gli
aerei e parliamo dell'esemplare
più spettacolare: sua maestà il
Concorde.
Lo sviluppo è iniziato negli anni
Sessanta ed ha rappresentato
una nuova era nella
cooperazione europea tra la
francese Aérospatiale e la
britannica BAC.
Il primo volo fu
nel 1969, precedendo di poco
tempo il rivale russo Tupolev
TU144. La produzione di serie
ebbe inizio nel 1974 ed andò
avanti più per la caparbietà dei
rispettivi governi che per il
portafoglio ordini: a causa della
crisi petrolifera e dell'ostilità del
governo americano il numero
degli esemplari prodotti è stato
limitato a sedici, decretandone
l’insuccesso commerciale.
La rete iniziale dei collegamenti previsti (Tokyo, Sydney, Rio de Janeiro e Johannesburg) venne man mano ridotta fino alla sola destinazione di New York, operata da Parigi e Londra, con la particolarità - grazie al gioco dei fusi orari - di arrivare "prima della partenza" a destinazione volando verso ovest.
Il Concorde aveva un’apertura alare di 25,60 m con una superficie di 358,25 mq; era lungo 61,66 m per un’altezza di 12,20 m. Montava quattro motori RoolsRoyce/SNECMA Olympus 593 che gli consentivano una velocità massima superiore a Mach 2 a 16.100 metri di altezza. Il suo muso durante le fasi di atterraggio e di decollo si abbassava per permettere ai piloti di vedere la pista poiché, dal momento che le sue caratteristiche fisiche avrebbero impedito ai piloti di vedere la pista nelle fasi critiche del volo.
Il Concorde ha smesso di
volare nel 2003, a causa dei
costi sempre maggiori dei
carburanti e della difficoltà di
rendere sostenibile un suo volo,
soprattutto dopo la crisi del
mercato dopo l'11 settembre
2001.
A ciò va aggiunto
l'incidente del 2000 a Parigi a
causa di un detrito lasciato in
pista da un DC 10 della Continental Airlines da poco
decollato. Il detrito forò una gomma nella parte sinistra del carrello principale. La gomma esplose e un suo frammento colpì il serbatoio del carburante, rompendo un cavo elettrico. L'impatto provocò un'onda d'urto che fece saltare il tappo del serbatoio dell'ala sinistra. Di conseguenza si verificò una perdita di carburante, che si incendiò quando entrò in contatto con i cavi elettrici tagliati. I piloti spensero il propulsore numero 2 a seguito di un allarme incendio ma non riuscirono a ritrarre il carrello d'atterraggio, compromettendo il decollo; decollo resosi ormai inevitabile, dato che l'incendio fu notato, dalla torre di controllo, quando mancavano circa 2000 metri alla fine della pista, mentre per fermare il Concorde, sono indispensabili non meno di 3000 metri. Con il propulsore numero 1 sovraccarico e in grado di fornire poca potenza, l'aereo non riuscì a salire di quota e raggiungere una velocità sufficiente. Il Concorde iniziò una violenta discesa, virando a sinistra. Infine si schiantò contro un
albergo a fondo pista,
determinando la morte di tutti i
passeggeri.