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Come fa a volare? Le ali (parte2)

Eccoci al secondo appuntamento con il nostro angolo della tecnica: in questo numero parleremo dell'ala, che fa parte di quei componenti detti superfici portanti, poiché generano quella forza che si chiama portanza e permette all'aereo di stare in aria.Vari tipi di flaps © Wikipedia

Per quanto riguarda la descrizione dell’ala si potrebbe scrivere un poema, dal momento che ne esistono di diverse forme, a pianta rettangolare o ellittica o trapezoidale, a diedro negativo (se l’ala è inclinata verso il basso) o positivo (viceversa), bassa (installata sotto la fusoliera) o alta (installata sopra la fusoliera) e anche controventata (sopra la fusoliera con dei montanti che la collegano alla stessa) e via discorrendo.

Un’ala, come abbiamo potuto vedere insieme nel capitolo precedente, ha un bordo d’attacco (la parte anteriore), un bordo d’uscita (la parte posteriore), un dorso (la parte superiore) e un ventre (la parte inferiore). La descrizione tecnica comprende altre caratteristiche, come corde, spessori e frecce, che formano il profilo alare. Due delle caratteristiche più importanti dell’ala sono la superficie e l’apertura alare; tutti sanno cosa sia la superficie, mentre l’apertura alare è la distanza fra le estremità alari.

Come detto nello scorso capitolo, la superficie dell'ala influenza in maniera diretta la portanza, anche se le relazioni non sono così semplici come potrebbero apparire.
L'ala, tuttavia, non ha solo questo compito, dal momento che al suo interno vi sono, come minimo, dei serbatoi di carburante tali da garantire voli transoceanici, le luci di navigazione e - componente essenziale dell'aereo - una parte dei comandi di volo.

Flaps lievemente estesi in configurazione di decollo © Paolo MigliavaccaNelle fasi di decollo e di atterraggio la parte posteriore dell’ala si muove e normalmente abbiamo due tipi di comandi, l’alettone (verso l’estremità alare) e gli ipersostentatori, conosciuti anche come flaps: a che cosa servono?

Gli alettoni sulle due ali si muovono (quando comandati dal pilota o dal pilota automatico) in maniera opposta l’uno dall’altro; al loro movimento corrisponde la virata dell'aereo nella direzione dell'alettone che si è alzato. Per i flaps il discorso invece è diverso: si muovono tutti simultaneamente e vengono usati in decollo e in atterraggio e servono ad aumentare la superficie dell’ala, vengono azionati tramite attuatori idraulici od elettrici (ne parleremo prossimamente), hanno normalmente tre diverse posizioni per decollo, crociera ed atterraggio. Flaps completamente estesi in configurazione di atterraggio © Paolo Migliavacca

In decollo essi hanno una estensione minore che in atterraggio poichè l’aereo sta acquistando velocità e quindi ha bisogno di una superficie solo un pò più grande di quella normale, ma non troppo.

In fase di atterraggio quando la velocità è molto bassa, invece, abbiamo bisogno di una superficie molto grande per mantenere il valore di portanza sempre sopra quel limite minimo che serve per far volare l’aereo.

Nel prossimo capitolo finiremo di illustrare gli altri componenti che fanno parte di questa splendida scoperta che è l’ala, che in realtà abbiamo copiato dagli uccelli, pur senza riuscire ad usufruire di tutti i vantaggi che essi hanno sull'ingegno umano.