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Audizione di Sagat a Palazzo Civico del 15 aprile
Il resoconto di FlyTorino
Sabato, 18 aprile 2009
Nel pomeriggio di mercoledì 15 aprile, alcuni esponenti di FlyTorino hanno assistito all’audizione dei vertici SAGAT a Palazzo Civico.
Il management dell’aeroporto era stato convocato in seguito ad una richiesta della consigliera Cerutti, relativamente alla messa in mobilità di alcuni dipendenti aeroportuali. In un secondo momento, il consigliere Goffi si è unito alla collega nel chiedere maggiori delucidazioni sul bilancio 2008 appena chiuso.
L’audizione è stata anche l’occasione per approfondire alcune recenti interpellanze del consigliere Lonero.
La consigliera Cerutti ha messo in luce la scarsa eticità del comprimere il costo del lavoro (attraverso la messa in mobilità) per ottenere maggior utili di bilancio in periodo di crisi. Rimanendo in tema contabile, da più parti è stata sollevata la questione del credito di SAGAT nei confronti di Alitalia – Linee Aeree Italiane.
L’Amministratore Delegato Marinò ha precisato che l’azienda non conta di recuperare quel credito, nemmeno parzialmente.
Dal punto di vista gestionale, Marinò ha sottolineato come SAGAT sia un’azienda sana (“La Ferrari degli aeroporti”), pur confermando la tendenza negativa per l’evoluzione del traffico: a fine 2009, l’aeroporto di Torino stima di chiudere con circa 3.150.000 passeggeri, una flessione del 10% circa rispetto al 2008. Pur trattandosi di una flessione in linea con i dati nazionali, Caselle tornerebbe così ai livelli di traffico del 2004.
Passando in rassegna le rotte cancellate nel 2008 e quelle di nuova apertura, il tema principale è stato, come previsto, quello delle trattative SAGAT - Ryanair per l’apertura di una base della compagnia low-cost irlandese a Torino. Pur affermando che la base non è una necessità (a suo dire, sarebbe sufficiente collegare Torino con le principali basi di Ryanair), il direttore generale SAGAT Fausto Palombelli ha confermato l’esistenza di una trattativa, nella quale però l’aeroporto non è intenzionato a concedere incentivi che vadano ad intaccare significativamente la redditività dell’azienda.
Tuttavia, alle domande incalzanti dei consiglieri comunali circa la tempistica nella chiusura della trattativa e nei dettagli delle rotte da aprire, non è giunta una risposta precisa da parte di SAGAT.
Nel complesso, l’associazione FlyTorino ha trovato deludente l’audizione dei vertici SAGAT.
In un momento di crisi, che investe certamente l’intero trasporto aereo mondiale, avremmo gradito fosse presentata una strategia dettagliata per far fronte alle difficoltà. Abbiamo invece assistito alla spiegazione di come l’azienda sia riuscita a garantire ai suoi azionisti una redditività sufficiente a remunerare l’investimento.
Avere i conti in ordine è certamente la priorità per un’azienda, ma constatiamo con rammarico come, nel caso di SAGAT, questo vada a scapito dell’utilizzo di Caselle come strumento per lo sviluppo del territorio.
Entrando nello specifico, dai dirigenti SAGAT è stata presentato uno scenario secondo cui alcune rotte low-cost da Torino, potenzialmente usate come test da Ryanair per saggiare l’appetibilità del nostro scalo, soffrirebbero di scarsi riempimenti per la debole risposta del territorio ai nuovi collegamenti.
In particolare, la rotta Torino - Gerona è stata indicata come la peggiore dell’intero network Ryanair. L’affermazione, inesatta in quanto esistono rotte Ryanair dal tasso di riempimento inferiore, è in ogni caso parziale, laddove si omette di precisare come il collegamento con la Catalogna soffra di problemi ‘strutturali’: operato il mercoledì, il venerdì e la domenica in orari poco appetibili, il suo successo rischia di essere pregiudicato, più che dalla mancata risposta del territorio, dalle condizioni stesse alle quali viene effettuato.
Com’è naturale, FlyTorino si augura che SAGAT e Ryanair trovino un accordo per migliorare l’operativo del collegamento con Gerona.
Come peraltro sottolineato da diversi consiglieri, non ci è inoltre chiaro quale sia al giorno d’oggi la vocazione del nostro aeroporto: se da un lato il dottor Palombelli ha messo in evidenza come Caselle sia un aeroporto dalle infrastrutture di alta qualità, e per questo poco appetibile dalle low-cost, dall’altro l’ingegner Marinò ha sottolineato che lo scalo torinese ha tutte le carte in regola per ospitare una base Ryanair “fin da subito”.
Al di là di questa contraddizione, ci preme sottolineare come la presenza di servizi di qualità non sia incompatibile con l’insediamento di una base low-cost in un aeroporto: i casi di Madrid, Copenhagen, e soprattutto Bologna dimostrano esattamente il contrario.
Nel fare paragoni tra le basi Ryanair italiane e Caselle, lo scalo bolognese è stato l’unico a non essere citato nei discorsi dei dirigenti SAGAT.